Carissimi Fratelli e Sorelle,

un caloroso saluto a tutti Voi qui riuntiti attorno alla mensa della Parola e del Pane di Vita. Ci ritroviamo a celebrare l’Eucaristia Vespertina della Nostra Pasqua settimanale e soprattutto in occasione di questo giorno memorabile per l’intera vostra comunità.

Un deferente saluto al Parroco, Don Armando Broccoletti, per avermi invitato a presiedere questa celebrazione Eucaristica.Lo ringrazio per la calorosa accoglienza nella Sua comunità. Insieme al Parroco, saluto con gioia anche il Collaboratore Parrocchiale Don Raffaele Vitale. Ho avuto modo di conoscerlo a Roma impegnato negli studi accademici.

Un saluto ai Parroci, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiosequi presenti.

Saluto le Autorità civili e militari,

il Sig. Sindaco, Dott. MARCO ANTONIO DEL PRETE,

l’On. SERGIO PUGLIA, l’On.CONNY GIORDANO,

 presenti a questa celebrazione Eucaristica in questa meravigliosa chiesa restaurata];

un saluto deferente,inoltre, a tutti i Benefattori che hanno contribuito, con la loro generosità, all’opera del restauro e a i membri del Comitato per l’Anno Giubilare che questa comunità avrà la gioia di celebrare, per grazia di Dio, per ricordare il centenario dell’erezione canonica di questo sacro edificio.

VOCAZIONE-CONVERSIONE-MISSIONE

Nella Liturgia della Parola appena proclamata, predomina il tema della chiamata divina e la risposta dell’uomo a questo dono.

Sempre nella storia Dio ha chiamato uomini fragili e peccatori per affidar loro l’annuncio della Sua parola e per renderli partecipi del suo progetto di salvezza. Nella prima lettura il profeta Isaia in una visione maestosa si trova al cospetto del Signore tre volte Santo ed è preso da grande timore e dal sentimento profondo della propria indegnità. Ogni chiamata, ogni vocazione ha una propria caratteristica, una propria storia di vita,i contesti stessi possono essere molto differenti e, in un certo senso, anche le modalità con cui Dio chiama sanno adattarsi all’uomo. Tuttavia, però, nella dinamica di una vocazione/chiamata ci sono delle costanti e nel narrare una chiamata la Scrittura sembra quasi seguire uno schema. C’è sempre una esperienza di Dio da parte del chiamato che passa attraverso l’incontro con il suo volto e la sua parola. Ma Dio quando chiama ha la potenza di cambiare radicalmente il cammino di vita di una persona: ogni vocazione è sempre una conversione. Chi incontra il Signore non può rimanere sempre lo stesso. Chiamata, però, è anche esigenza di radicalità, ossia rileggere la propria storia e la propria vita con gli occhi di Dio ed agire operare per testimoniare l’amore ricevuto.

Questa conversione, questo cambiamento è in vista di una missione. Possiamo scorgere questi elementi, che caratterizzano, secondo la Scrittura, la dinamica di una chiamata, nei due testi che la liturgia della Parola di questa domenica accosta e che ci fa leggere in parallelo. Si tratta del testo della vocazione profetica di Isaia e il suo invio al popolo di Israele, e del racconto della chiamata dei primi discepoli di Gesù, secondo la narrazione dell’evangelista Luca.

In due contesti molto diversi, in due esperienze differenti la stessa parola di Dio entra nella vita dell’uomo, di ogni uomo e con essa inizia un dialogo che si trasforma in chiamata e in missione. Isaia vedequalcosa allo stesso tempo affascinate e tremendo: «vidi il Signore seduto su un trono alto… i lembi del suo manto riempivano il tempio… Santo, santo, santo il Signore degli eserciti…» (Is 6,1-3). Gesù, tra la folla che «fa ressa attorno a lui per ascoltare la parola di Dio» (Lc 5,1), vededue barche e dei pescatori. Isaia sperimenta smarrimento e lontananza da questo Dio così al di là di ogni possibilità umana: «io sono perduto, perché uomo dalla labbra impure» (Is 6,5). Di fronte alla potenza della parola di Gesù, in Pietro avviene una presa di coscienza della propria povertà, del peccato che abita in lui: «Signore, allontanati da me perché sono un peccatore» (Lc 5,8).

L’incontro con Dio cambia in profondità Isaia: è chiamato ad essere profeta e le sue labbra vengono purificate per una missione che Dio stesso gli affida (cfr. 6,6-8). Proprio Pietro, il peccatore, e i suoi compagni sono chiamati a diventare discepoli di Gesù e annunciatori del Regno in mezzo agli uomini: da pescatori di pesci diventano «pescatori di uomini» (Lc 5,10). Di fronte alla potenza e alla gratuità di Dio, Isaia si arrende: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). I quattro pescatori «tirate le barche a terra, lasciarono tutto e seguirono Gesù» (Lc 5,11).

L’incontro diretto di Gesù con questi pescatori è caratterizzato da un ordine perentorio e apparentemente assurdo: «Prendete il largo e gettate le vostre reti per la pesca… Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla» (vv. 4-5). Sembra quasi che Gesù voglia fare sperimentare a questi uomini un paradosso, il quale può diventare esperienza e incontro con Dio: ciò che all’uomo è impossibile è invece possibile a Dio. Per entrare in questo ‘paradosso’, all’uomo è richiesta fede radicale e obbedienza. Infatti ciò che viene richiesto a Simon Pietro può avvenire solo sulla parola di Gesù. E il pescatore accetta questa sfida: «sulla tua parola getterò le reti. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci» (v. 5-6).

Questo passaggio dall’impossibile al possibile e, più concretamente, da una pesca senza risultati alla vista di una pesca così abbondante e impensata, provoca una reazione in Simon Pietro: la presa di coscienza della distanza tra lui, peccatore, e Gesù. È il timore di fronte alla santità e alla potenza di Dio che costringe Simone a inginocchiarsi di fronte a Gesù e a riconoscere una sorta di impossibilità a stargli vicino: «si gettò alle ginocchia… allontanati da me; perché sono un peccatore» (v. 8).

Ma proprio un nuova parola di Gesù supera questa distanza. Gesù non solo non si allontana da Simon Pietro, ma si avvicina e con la sua parola lo chiama a stare con lui: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10). La parola di Gesù opera una conversione di Simon Pietro e dei suoi compagni, cambiandone l’identità (‘pescatori di uomini’) e il cammino (‘d’ora in poi sarai’). Anche qui a Pietro e agli altri viene richiesta obbedienza e fede (‘non temere…’) che passano attraverso un radicale distacco da ogni certezza, da un passato conosciuto, per camminare dietro a Gesù fidandosi solo di lui e della sua parola: «e, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono».

Ma forse uno dei cambiamenti più paradossali sta proprio nella missione che Gesù affida a questi pescatori: «d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10). Simon Pietro e gli altri restano ancora pescatori; ma non cattureranno più pesci ma «prenderanno uomini per la vita» (questo è il significato letterale dell’espressione usata da Luca). Come Gesù e con Gesù, saranno chiamati a incontrare uomini e a comunicare loro la vita mediante l’annuncio dell’evangelo.

 «A voi infatti ho trasmesso – dirà Paolo ai Corinzi nella seconda lettura – quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che è apparso a Cefa e quindi ai dodici» (1Cor 15,3-5).

Questi ‘pescatori di uomini’ dovranno andare sempre di più al largo  come ci ricordano gli Atti degli Apostoli e continuare a gettare le reti ‘sulla parola di Gesù’. In questo simbolico viaggio in mare aperto, tanti altri uomini e donne si uniranno a questo piccolo gruppo. E questa comunità senza confini non è altro che la Chiesa di ogni tempo che continua a prendere nelle reti della parola l’umanità per consegnarla alla vita.

 

IL MESSAGGIO DI LOURDES

Carissimi,

domani, 11 febbraio,Giornata mondiale del Malato celebreremo la festa di Nostra Signora di Lourdes,che so essere tanto venerata in questa comunità.

Maria viene come Madre per richiamare gli uomini alla conversione, alla preghiera e alla penitenza. La Signora della Grotta di Massabielleparlando a Bernardette parla a No della Sua risposta alla chiamata: Lei è la madre di Gesù, tutto il suo essere consiste nel concepire il Figlio di Dio, è tutta per Lui. Per questo è Immacolata, abitata da Dio. Così la Chiesa ed ogni cristiano devono lasciarsi abitare da Dio per divenire a loro volta immacolati, radicalmente perdonati e graziati in modo da essere, anch’essi, testimoni di Dio.

Nelle Sue apparizioni “la Signora” chiederà a Bernadette di andare a scavare il suolo, dicendole: “Vada a bere ed a lavarsi”. Con questi gesti, ci è svelato il mistero stesso del cuore del Cristo: “Un soldato, con la sua lancia, gli trapassa il cuore e, subito, sgorgano sangue e acqua”. Il cuore dell’uomo, ferito dal peccato, è rappresentato dalle erbe e dal fango. Ma in fondo a questo cuore, c’è la vita stessa di Dio, rappresentata dalla sorgente. Quando verrà chiesto a Bernadette: “la “Signora” ti ha detto qualcosa?” lei risponderà: “Sì, ogni tanto dice: “Penitenza, penitenza, penitenza. Pregate per i peccatori”. Con la parola “penitenza”, bisogna intendere anche la parola “conversione”. Per la Chiesa, la conversione consiste, come insegnato da Cristo, nel rivolgere il proprio cuore verso Dio, verso i propri fratelli.

In occasione del 150esimo anniversario dalle apparizionipapa Benedetto XVI il 14 settembre 2008 a Lourdesdiceva:

«Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano. Amo invocare Maria come Stella della speranza (Enc. Spe salvi, n.50). Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie, lei è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo “sì”, mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato. Essa ci accompagna con la sua presenza materna in mezzo agli avvenimenti della vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni. Felici gli uomini e le donne che ripongono la loro fiducia in Colui che, nel momento di offrire la sua vita per la nostra salvezza, ci ha donato sua Madre perché fosse nostra Madre!»

 

Lasciamoci condurre da Maria nel nostro pellegrinaggio terreno da figli mettendoci nelle mani della più tenera tra le mani!Dio stesso, per il tempo difficile che viviamo, ci viene in soccorso attraverso l’amore materno di Maria, e ci indica la via della salvezza.

La Beata Vergine Maria di Lourdes ci accompagni con la sua materna protezione, il Santo Pellegrino Rocco patrono di questa comunità parrocchiale e il Santo Patrono della Città di Frattamaggiore, il martire Sossio, intercedano nel nostro cammino di testimoni nel Vangelo.

                                                                Sia Lodato Gesù Cristo!